Teorie e applicazione di concetti legati alla biomeccanica
sono sempre esistiti nel ciclismo anche se la prima, vera, letteratura a
riguardo di questa tematica risale agli anni 70, quando il CONI pubblicò (come
sono cambiati i tempi…) un vero e proprio manuale del ciclismo (in inglese
tradotto come Italian Cycling Bible, di cui posseggo parziale edizione, mancano
2 capitoli, in formato PDF). In questo libro fu infatti dedicato un approfondito
capitolo su aspetti biomeccanici, dal posizionamento della sella alla flessibilitÃ
muscolo-tendinea anche se in maniera teorica e senza particolari linee guida se
non indicando alcuni concetti, per altro da molti ancora utilizzati, come per
esempio la “necessità ” di traguardare visivamente manubrio con mozzo anteriore
una volta posizionati in sella.
In questi 40 anni la tecnologia dei mezzi e in generale le
possibilità di analisi si sono evolute enormemente, così come la scienza
applicata allo sport ha subito evoluzioni notevoli rispetto ai concetti, col
senno di poi quasi divertenti, espressi
nel libro sopra citato. Questo ampliamento del mercato/richiesta in ambito
biomeccanico e sua letterale esplosione ha portato ad un numero svariato di
servizi con caratteristiche spesso eterogenee che vanno (lo farò sinteticamente)
sviscerate.
Parto innanzitutto da un concetto base: un posizionamento in
sella è un processo BIO e MECCANICO che non va confuso con un semplice servizio
di “misurazione”. La misurazione è un
processo semplice e che richiede pochi minuti, un posizionamento biomeccanico
può richiedere ore. Il primo e basilare servizio dovrebbe essere proposto, per
esempio in fase di acquisto del mezzo, senza ulteriori aggravi economici poiché
è un semplice processo “bidimensionale”.
Questo approccio però viene spesso e soventemente spacciato
per un posizionamento biomeccanico: prendere in considerazione un solo asse (piano
sagittale) NON è un posizionamento biomeccanico! Spesso questo servizio viene
proposto anche “ a distanza”: se un soggetto risolve parzialmente problemi posturali
con questa via 1) gli errori erano macroscopici e 2) beneficerà solo
parzialmente della correzione apportata poiché manca totalmente un'analisi
sugli altri piani.
Ho dei file (e per ovvi motivi di privacy non posso
condividerli) con “analisi” definite biomeccaniche col soggetto fotografato
(neppure ripreso) solo lateralmente, per di più impostato su angoli fissi (e
uguali per tutti!): questo non è un servizio biomeccanico è semplicemente
posizionarvi su uno schema predefinito, che, se siete fortunati, andrà bene
alle vostre esigenze, altrimenti…sarete costretti a rivolgervi a qualcun altro che
magari stravolgerà il tutto (trucchetto da biomeccanici per farvi rimanere “soddisfatti”
cambiando repentinamente muscolatura interessata e quindi dandovi una
sensazione di miglioramento…che però svanirà dopo 12-15 allenamenti, cioè
quando gli schemi motori si ri-sincronizzeranno sulla nuova posizione). Queste
metodologie sono sia semplicistiche sia assai lontane dall’aspetto “bio”, cioè
della relazione tra corpo umano, anatomia e mezzo.
Ad aggravare il tutto spesso è il fatto che le misurazioni
vengono svolte in ortostatismo statico (ma non siete dal sarto per farvi
confezionare un abito…una volta che siete in sella intervengono fattori che l’ortostatismo
può non evidenziare) e/o su angoli e misure fisse, come se tutti i soggetti
alti, e.g. 180 cm, debbano avere stesse misure e impostazione sul mezzo. Ognuno
di noi, anche con medesima morfologia, statura o altro parametro
antropometrico, ha gradi di flessibilità , asimmetrie, tono muscolare differenti
e questo aspetto è alla base di ogni VERO posizionamento biomeccanico.
Un’analisi sul SOLO piano sagittale inoltre non prende in
considerazione le dismetrie che possono evidenziarsi IN SELLA (e spesso non in
ortostatismo o altre posizioni non specifiche) sugli altri piani (es frontale
con angolo tibio tarsico-ginocchio-anca e trasverso con rotazione creste
iliache, differente posizione nello spazio delle spalle solo per fare degli
esempi).
Indipendentemente
dagli strumenti più o meno evoluti (che spesso non servono ad altro scopo che
non quello di attirare un pubblico amatoriale, più abbagliato dal “bello” che
dal “funzionale”) cercate di evitare questi errori:
- Investire economicamente in un servizio che non considera tutti e 3 gli assi dello spazio
- affidarsi a servizi/biomeccanico che si focalizza esclusivamente su problemi di origine ascendente (= considerare il piede come il problema di tutto, spesso solo per “girarvi” all’amico ortopedico e farvi fare un plantare!), alla base di un corretto posizionamento vanno analizzate anche le possibili cause discendenti, che originano molto spesso da un errata posizione del bacino e quindi in secondo luogo da asimmetrie e atteggiamenti che possono essere arginati o parzialmente corretti ma che possono essere valutati sono con un’analisi del soggetto e sua postura SUL mezzo a 360°. La corretta posizione sui 3 assi del bacino è il fulcro (metaforico e non) su cui si deve impostare una corretta postura in sella (seguirà articolo in futuro). A tal proposito e come piccola parentesi, considerare un telaio sovradimensionato come “più comodo” è un’idea che ha un fondamento, parziale, solo dal punto di vista meccanico (tubazioni più lunghe= maggior flessione) ma che non ha nessun riscontro sul piano anatomico-biomeccanico perché una distanza maggiore tra sella e manubrio comporta generalmente la necessità di un’altezza manubrio superiore e di conseguenza un angolo tra bacino e rachide in retroversione con colonna lombare delordosizzata ; ciò a lungo andare non è per nulla benefico né confortevole né salutare per il tratto lombare sottoposto ad un’angolazione forzata ed innaturale sul piano sagittale
- Rivolgersi a soggetti che non hanno conoscenze di anatomia! Sembra banale ma sulla bicicletta ci andate a finire VOI, cioè essere umani; una consulenza biomeccanica serve a VOI per poter sfruttare al meglio il mezzo e VOI siete il soggetto “bio”, non il mezzo che può subire svariate e veloci modifiche per adattarsi. Un servizio non basato su questo aspetto ma su angoli, formule o parametri preimpostati è 1) pura geometria bidimensionale e non è biomeccanica o nei casi più “evoluti” 2) immissione di dati in un software per calcolare delle misurazioni finali su base puramente statistica
- I servizi che offrono l’analisi di posizione e potenza in tempo reale sono sì utili ma spesso non considerano il fatto temporale: un atleta che deve esprimere il massimo della prestazione in un arco limitato del tempo può esasperare all’estremo la propria posizione, aerodinamica e biomeccanica cercando di massimizzare il valore di potenza in uscita, tralasciando tutti gli altri aspetti. In tutti gli altri casi va SEMPRE ricercato un equilibrio tra COMFORT, EFFICIENZA e potenza. Senza i primi 2 aspetti, la potenza sostenibile nel tempo va a decadere anche se nel centro “biomeccanico” x vi hanno messo in sella per “massimizzare” il valore di potenza in uscita. Fare ciò è relativamente semplice ma va SEMPRE correlato alla specialità /km/durate che si devono MANTENERE nel tempo.
Quindi ricordarsi 4
concetti sintetici, basilari, immediati:
*Alla base di una
corretta postura in sella il fulcro principale è il nostro bacino a cui si
aggiungono come corollari principali 1) l’interazione con i muscoli respiratori
(21) e/o altri muscoli tonici 2) la possibilità di avere un corretto livello di
comfort (e.g. in ogni presa manubrio) e sicurezza per sé e per gli altri
*La fatica è un processo
biochimico (=cioè allenabile) e non biomeccanico (A.Coggan)
* un problema posturale già presente o latente viene spesso esacerbato da una posizione con punti di appoggio simmetrici nello spazio (bicicletta), per risolvere congiuntamente tali problemi non è sufficiente intervenire solo sulla postura in sella ma lavorare (intensamente) su flessibilità e/o rafforzamento gruppi muscolari che determinano tale problematica e/o algia
* un problema posturale già presente o latente viene spesso esacerbato da una posizione con punti di appoggio simmetrici nello spazio (bicicletta), per risolvere congiuntamente tali problemi non è sufficiente intervenire solo sulla postura in sella ma lavorare (intensamente) su flessibilità e/o rafforzamento gruppi muscolari che determinano tale problematica e/o algia
*Comfort + Efficienza = Performance