La seconda premessa riguarda in maniera differente ancora il concetto di contesto: quello che spesso osservo in chi si approccia all'utilizzo di un misuratore di potenza e/o pensa di avere buone competenze nell'utilizzo di questo strumento è la tendenza a ricercare un singolo numero, un metric, un singolo parametro come sintesi del tutto, un omogeneizzato contenente spesso più del reale significato di questo singolo numero.
In questo articolo raffronterò due prestazioni sul medesimo percorso (GF Gimondi, percorso corto, ~90 Km). Separate da un anno e in condizioni meteo (variabili= contesto) differenti e volendo più ostiche (temperature inferiori, discese umide nel 2017 rispetto al 2016): a parità di watt medi vi sono stati differenti riscontri cronometrici. La prima domanda logica dovrebbe essere, come e perché questo può avvenire?
Analizzerò e descriverò sinteticamente quali sono state le reali differenze, ossia come il solo valore watt medi, NP o W/Kg, sia insufficiente e non esaustivo, se preso/i singolarmente nel qualificare una prestazione.
Infatti per creare un adeguato contesto è necessario un parametro descrittivo ALMENO di due variabili da tenere in considerazione cioè la… variabilità e la distribuzione dello spettro di intensità . Questa contestualizzazione è rilevante nell’identificare particolari distribuzioni e/o la presenza (o non presenza) di polarizzazione/i di intensità .
Partendo dal generale per poi osservare nel dettaglio alcune sezioni di percorso quello di seguito è il grafico riassuntivo relativo alla gara del 2017: in giallo è definito il tracciato potenza, in marrone il profilo altimetrico, in celeste il tracciato cadenza mentre in rosso l'andamento della capacità W’ ossia del lavoro (in kJ, p*t) sostenibile oltre l'intensità CP (la “soglia” Critical Power, qui altri link -1- -2- relativi a questo concetto).
Di seguito la comparazione di alcuni tratti principali del percorso raffrontando la prova del 2016 con quella del 2017.
Tratto
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2016
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2017
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NOTE
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“salita” Colle Paste
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6’30’’ @ 374W medi, 85 rpm, picco 785W
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6’13’’ @350W medi, 87 rpm, picco 667W
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2017 più coperto pur rimanendo sempre tra la 10^ e la 20^ posizione,
minor dispendio nella prima parte e nei rilanci rispetto al 2016
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Colle Gallo (effettivo da bar/incrocio vecchia strada da municipio
Casazza)
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16’52’’ @ 343W medi, 82 rpm, picco 707W
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16’32’’ @ 351W (5,4 W/Kg) medi, 84 rpm, picco 623W
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Gradualmente recuperando posizioni dalla 10^ circa fino a scollinare
in 4^. Ritmi molto più regolari ma veloci, incremento solo nell’ultimo Km.
Nel 2016 sfilato dai primi 20-25 all’ultimo Km
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Selvino (da rotonda a rotonda)
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28’10’’ @ 317W medi, 82 rpm, picco 744W
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26’33’’ @ 332W* (5,1 W/Kg) medi, 86 rpm, picco 725W *in un
contesto/tratto continuativo >20’ diventa logico e possibile utilizzare
anche il riferimento NP in questo specifico caso 334W
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2016 con abbandono primo gruppo in località /chiesetta S.Vito, il primo
tratto cruciale (esattamente 1/3 del tempo di ascesa, quindi anche un buon
riferimento proiezione). Delta ampio tra watt prima metà e seconda metÃ
ascesa (326 vs 307W). Nel 2017 sempre nelle prime 5-6 posizioni con allungo
nel finale (curva stazione ecologica) seguendo i primissimi; pagato un po’
poi nell’attraversamento paese sfilandomi di 5-6 posizioni. 3° miglior tempo
scalata nel percorso corto Quasi perfetta simmetria tra prima e seconda metÃ
salita (334 vs 332 W)
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Ultimi 18 Km
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282W medi, 90 rpm, 44,3 Kmh
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284W medi, 93 rpm, 44,7 Kmh
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Contesti diversi, secondo gruppo ristretto nel 2016, primo gruppo di 7
ad inseguire il fuggitivo nel 2017. Tra i 7 2 compagni di squadra del
vincitore che da 20-25’’ di vantaggio iniziale (dopo bivio separazione
percorsi) ha più che raddoppiato il vantaggio. Velocità 2016 vs 2017 (e anche
in questo caso watt medi) del tutto similari.
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TOTALE
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2h25’44’’ @276 W medi
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2h22’12’’ (-3’32’’= delta 2,4%) @ 273 W medi, 305 W NP, 4,21 W/Kg
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né la differenza in NP
né in W/Kg "copre"
la differenza/delta del 2,4%
nella prestazione velocitÃ
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A livello tecnico non vi sono state particolari differenze: i mezzi utilizzati pur essendo diversi avevano infatti medesimo peso mentre identico è stato il misuratore di potenza adottato (Stages DuraAce). Anche il peso delle ruote, pur essendo differenti risulta sostanzialmente del tutto similare. Nel 2016 ho utilizzato ruote con cerchi in alluminio con profilo di 35 mm mentre nel 2017 utilizzato ruote con cerchi in carbonio ma dal profilo di 50 mm. In entrambe i casi i cerchi erano per copertoncino. Anche questa variabile, ossia la copertura utilizzata era la medesima (Vittoria Diamante Pro da 220 TPI).
A livello di vestiario: medesimi sono stati i copri scarpe che possono avere un'influenza sull'aspetto aerodinamico considerando le medio elevate velocità su un percorso dove le salite vengono affrontate a velocità tali (~20+ Kmh) per cui anche l'aspetto aerodinamico risulta ancora rilevante. Ho adottato un casco non aero, a differenza del 2016. Migliore invece è stato l'abbigliamento molto più aderente e calzante quasi come un body (ottima nuova maglia skinny fit e pantalone abbinato di Flandres Love).
La prima osservazione è che la differenza cronometrica è nata sicuramente sulla 3^ salita (Selvino) ma non solo ossia anche nei tratti di trasferimento che però sono stati gestiti in maniera ancora meno dispendiosa rispetto al 2016 (medesimi watt espressi, maggiore velocità ).
Qui la previsione, sfruttando il modello CP+W’ delle proiezioni sostenibili per le durate delle (2) salite principali. NB non è necessaria la normalizzazione su quota (ho lasciato una colonna esemplificativa…ve ne sono numerose altre) poiché la salita principale ha sfiorato ma non raggiunto questo riferimento altimetrico.
Per ultimo ma non meno importante il raffronto della distribuzione dell'intensità .
Nel primo grafico sono indicati gli istogrammi escludendo i valori a zero watt (2016 in celeste, 2017 in giallo).
Nel secondo grafico ho incluso anche questi valori. E’ rilevante il delta a 0 rpm/ 0 watt incrementato del 3% rispetto all’anno precedente (2016 in celeste, 2017 in giallo).
Ogni singola colonna è rappresentativa di un intervallo di 5W.
E' particolarmente evidente come a) quando è stato necessario "spingere meno" l'ho fatto in maniera ancora più marcata rispetto al 2016....e viceversa con wattaggi medi compresi e superiori a CP (330-335W) sostenuti per tempi superiori b) si siano ridotte drasticamente le permanenze nello spettro compreso tra 275 e 335W. Ossia, quando possibile sono rimasto più a lungo sotto il primo riferimento per poi avere la possibilità di rimanere per più tempo (e con maggiori velocità in salita) nella seconda quota di intensità .
Quali sono quindi le osservazioni e gli spunti?
1) Innanzitutto il fatto che due prestazioni con uguali o molto similari valori di potenza media possono differire anche in maniera abbastanza concreta nel riscontro cronometrico. Questo è tanto più evidente quanto maggiore sarà la durata dell'evento (a parità di delta differenza).
2) L' importanza spesso trascurata della variabilità e distribuzione dell'intensità espresse. Come ben evidente dai grafici sopra riportati una maggior polarizzazione nel carico, a parità di valore medio finale, ha comportato un minor dispendio energetico (semplicemente perché minore è risultato il tempo totale!) e una maggior facilità nel gestire senza flessioni le due principali asperità del percorso corto.
3) Come ben noto e più volte riportato in altri articoli e autori (esempio) una miglior prestazione è molto spesso il frutto di una maggior economia nello sforzo, spesso questo aspetto è particolarmente evidente nell’osservare il tempo a zero watt/rpm. Questo parametro è anche l’indice diretto di una gestione più coperta e conservativa (quando e dove possibile...vale a dire NON in salita!) nelle fasi in cui è meno rilevante e importante appunto incrementare il proprio dispendio energetico ossia andare ad adottare intensità /watt superiori. Non si migliora solamente incrementando i propri watt….ma gestendo questo incremento “sfruttandoli” e “usandoli” dove necessario.
4) Dal punto precedente ne consegue anche una maggior brillantezza e possibilità (potendo sfruttare maggiori recuperi, anche brevi e brevissimi) per essere maggiormente pronti nel cambio di intensità a differenza di una prestazione più "appiattita" su valori medi (e più vicini, per lassi di tempo superiori, al valore medio finale) e più costanti.
In parole povere va sfruttata a proprio favore la “stocasticità ” che è tipica di tutti gli eventi/gare ciclismo escluse le prestazioni in cui è invece più economico mantenere un valore stazionario/isopotenza (particolari prove contro il tempo, cronoscalate lunghe e/o con pendenze particolarmente costanti).
5) Un approccio più attento al tasso di utilizzo W’ ossia mantenendo una pendenza costante nell’utilizzo (quando necessario e possibile*) di questa capacità “extra”.
Sono necessari accorgimenti particolari (es widgets/campi dati sul proprio Garmin) o altro? Assolutamente no, ho guardato FORSE 4 o 5 volte il valore medio potenza lap (riferimento NP dopo 20' Selvino, vedi nota sopra) su entrambe le salite solo per accertarmi di rimanere sui valori di proiezione. Non è servito altro né tanto meno francobollare il mio naso sul Garmin. Il dato potenza va SEMPRE rapportato a proprie sensazioni/RPE in corsa. Il dato oggettivo (watt) serve da feedback e contro feedback alle proprie sensazioni...non l’opposto.
* CP+W’ offre la possibilità di una stima precisa sul carico sostenibile per lassi di tempo inferiori a quanto tipicamente sostenibile CP (25-35'), ciò non esclude la possibilità sfruttando ancora Cp e W’ di prevedere anche la sostenibilità per lassi di tempo in cui non si superano le intensità CP e/o non è questo possibile per minori possibilità di assorbimento O2 (altitudine/quota= minor pressione O2= minor saturazione negli scambi gassosi).
6) Come nasce la possibilità di una gestione più polarizzata in gara? Da allenamenti decisamente più ...polarizzati (vedi precedenti link). Nelle mie personali sessioni di allenamento non c’è traccia PERSISTENTE ormai da un paio d’anni, anche in considerazione delle tipologie di gara affrontate, del “falsamente mitizzato” medio. Questo non significa che le intensità medie vanno abolite (rimando a link) ma che non è pensabile ottenere miglioramenti sullo spettro di intensità ...limitando l’approccio a valori di “comfort” e/o focalizzandosi quasi esclusivamente su un ristretto spettro di intensità . La differenza tre performance e durata è solo nell’adattamento metabolico alla seconda: un soggetto con maggiori capacità aerobiche potrà sempre rimodulare l’intensità su durate superiori adottando semplicemente strategie di distribuzione e apporto energetico funzionali ad una maggiore durata. Viceversa un soggetto con un “tetto” più basso nelle proprie prestazioni...partirà sempre con un gap/handicap. Ma l’unica via reale per cercare di migliorare questo gap è appunto l’incremento delle proprie capacità di “tetto”, non quelle comode/di comfort sotto di esso.