Una delle domande che ricevo con più frequenza
è “Quale è IL migliore misuratore di
potenza?”
Non esiste ovviamente una risposta univoca poiché
troppe sono le variabili da considerare: rapporto prezzo/caratteristiche,
locazione di installazione sulla bicicletta (guarnitura, pedali, mozzo,
pedivella), trasportabilità su più biciclette, prezzo, peso, assistenza post
vendita, facilità di installazione…solo per citarne alcune.
Ogni casa dichiara margini di errore
strumentale compresi in genere tra +/-1% e +/-2%. Questo presuppone che possa
esserci una componente sommatoria in tale errore. 250W “misurati” sono un
valore che può effettivamente oscillare tra 255 e 245W. Altri errori verosimili
possono essere legati ad una inaccurata lettura del dato cadenza necessario per
il calcolo da coppia torcente a potenza (in condizioni di forti
vibrazioni, es pavé, strade sconnesse), interferenze e nativa gestione del flusso dato ANT+ (il
dato viene registrato con campionamento 1’’ nella maggior parte dei
dispositivi, i PM hanno una frequenza di campionamento superiore). In caso di
misurazione monopodalica un valore che si discosti da 50%-50% di bilanciamento
inserirà SEMPRE un errore aggiuntivo, in senso positivo o negativo, a quello
POTENZIALE strumentale (poiché viene raddoppiato il valore misurato solo su un
lato). In una situazione in cui l’arto sinistro spinge 120W (misurato e
raddoppiato da misuratore mono, quasi tutti per semplicità e comodità
“logistica” su pedale o pedivella sinistra) ma l’arto destro sta spingendo
effettivamente ED IN QUEL MOMENTO (= il bilanciamento è un valore DINAMICO) 150W
(bilanciamento ~45:55), il risultato del misuratore mono darà 240W quando in
realtà ED IN QUEL SINGOLO MOMENTO il valore “reale” era 270W.
Uno dei problemi principali con l’utilizzo dei
misuratori di potenza è avere a disposizione dati il più possibile attendibili
e soprattutto la ripetibilità del dato registrato. Cruciale è in questo senso
la capacità di compensazione delle temperature. Negli anni tutti i misuratori
hanno cercato di migliorare questo aspetto.
Questo fattore è noto e già identificato in
uno studio del 2004, comparando a quel tempo i principali e praticamente unici
prodotti sul mercato (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15235334
“power output readings were noticeably influenced by temperature”).
Una premessa importante quando si parla di
temperatura e compensazione temperatura nei misuratori di potenza riguarda il
dato registrato dai device (es Garmin):
1) la temperatura interna del PM e del Garmin sono valori differenti, potenzialmente similari ma ovviamente non uguali. Un misuratore con auto-compensazione temperatura lavora indipendentemente dal device collegato ad esso
2) le temperature registrate dai dispositivi di registrazione hanno in genere una NOTEVOLE latenza: provate a portare un Garmin da temperatura ambiente all’interno di un frigorifero. Attendete 5 minuti e riportatelo a temperatura ambiente. Il valore su display sarà ovviamente sceso ma con molta lentezza (e altrettanto lentamente risalirà).
1) la temperatura interna del PM e del Garmin sono valori differenti, potenzialmente similari ma ovviamente non uguali. Un misuratore con auto-compensazione temperatura lavora indipendentemente dal device collegato ad esso
2) le temperature registrate dai dispositivi di registrazione hanno in genere una NOTEVOLE latenza: provate a portare un Garmin da temperatura ambiente all’interno di un frigorifero. Attendete 5 minuti e riportatelo a temperatura ambiente. Il valore su display sarà ovviamente sceso ma con molta lentezza (e altrettanto lentamente risalirà).
Un’ulteriore premessa riguardo misuratori
dello stesso modello: ogni misuratore fa “storia a sé”, ogni pedivella, pedale
e mozzo ha caratteristiche strutturali (marginalmente) differenti che, in sede
di taratura di fabbrica, possono dare differenti andamenti nella curva di
registrazione (“slope”) associata a quel singolo prodotto. Quindi non solo
misuratori differenti in base a propria locazione possono dare piccole
variazioni nel medesimo dato registrato (es. comparando medesima uscita tra mozzo
PowerTap e Garmin Vector) ma anche tra
medesimi modelli della stessa casa. A maggior ragione e in questo contesto di “differenze”
ciò che risulta critico è la ripetibilità e accuratezza del dato.
In base a quanto osservato in questi anni con
l’analisi settimanale di centinaia di file registrati da differenti misuratori
di seguito elencherò alcuni pro e contro su questo aspetto, un giudizio
“aggiuntivo” che può essere utile oltre alle considerazioni, personali, che
ognuno può fare nel valutare quale sia IL miglior misuratore PER le PROPRIE
esigenze. Per un minimo di criterio nella comparazione non andrò a dare un
parere su prodotti per cui non ho/ho avuto un numero sufficiente di atleti differenti con quel prodotto/marca
per avere un campo minimo di “popolazione”.
L’analisi prende spunto anche dalla
possibilità con GoldenCheetah di inserire formule aggiuntive a quelle presenti
di default e, in questo specifico caso, poter computare una stima potenza multi
parametro utilizzando numerose variabili. Questa funzione è molto utile poiché immediatamente
è possibile comparare il dato registrato con una stima dinamica (calcolata
secondo per secondo).
In esempio grafico (tracciato giallo valore misurato, rosso stimato) la latenza di stima (10-12'') è data dalla latenza nel calcolo puntuale della pendenza (valore barometrico). Ciò che è più rilevante è la concordanza nei picchi, il parallelismo del valore stimato vs. misurato e il valore medio finale (metric aggiuntivo Est. Power). Nel caso specifico anche la velocità è da GPS, un sensore velocità darebbe potenzialmente un valore ancora più preciso nella stima.
In esempio grafico (tracciato giallo valore misurato, rosso stimato) la latenza di stima (10-12'') è data dalla latenza nel calcolo puntuale della pendenza (valore barometrico). Ciò che è più rilevante è la concordanza nei picchi, il parallelismo del valore stimato vs. misurato e il valore medio finale (metric aggiuntivo Est. Power). Nel caso specifico anche la velocità è da GPS, un sensore velocità darebbe potenzialmente un valore ancora più preciso nella stima.
Quale è innanzitutto il comportamento tipico
di una deriva per mancata o incompleta gestione e/o compensazione temperatura?
In generale, se vi è una riduzione delle
temperature si può assistere ad un POSSIBILE incremento e deriva dei valori
registrati. Un tipico esempio è lo zeroing/procedura di “zero” svolto in un
ambiente più caldo (es. rimessa biciclette in inverno) e poi uscita senza
ulteriori zeroing (manuali o automatici) a temperature inferiori. In realtà ci
sono situazioni e contesti con determinati PM in cui si assiste all’esatto
opposto, resta come denominatore comune che spesso una variazione di
temperatura non propriamente compensata comporta una deriva del dato registrato
in un senso o nell’altro. Lo zeroing -su molti dispositivi indicata, un po’
impropriamente, come “Calibrazione”- è a tutti gli effetti una procedura
essenziale per cercare di avere dati attendibili ed è del tutto paragonabile a
quanto si fa comunemente con una bilancia: per avere un dato preciso va fissato
un riferimento a “zero”, quindi senza carico, correlato ad una temperatura. E’
quindi compito, correttezza e coerenza nell’utilizzo dello strumento da parte
dell’atleta farsi carico di questa procedura. Senza di questa è infatti
possibile assistere a possibili derive e/o non accuratezza dati SE e FINCHE’
non interviene una procedura di compensazione interna al misuratore stesso (SE presente).
Oltre quindi a eseguire uno zeroing in
partenza sarebbe spesso utile, e lo è in particolare con alcuni misuratori,
eseguirne un secondo dopo 10-15 minuti di utilizzo quando le temperature “di
esercizio” (anche l’esposizione ai raggi del sole, n.b. indipendenza
temperatura registrata da device e temperatura PM esposto precedentemente) si
sono stabilizzate. Oppure, e anche questo è sempre consigliabile, prima di
determinati tratti ritenuti importanti (es. test o salita su cui cercare la
massima precisione del dato).
POWERTAP (mozzi)
Forse uno dei prodotti che nella sua lunga
evoluzione ha avuto buoni miglioramenti sulla riduzione di problemi di deriva.
E’ anche un prodotto solido e “rodato”, inoltre per locazione e posizione
relativamente “protetta” uno di più validi prodotti nell’uso fuoristrada.
POWERTAP (pedali)
Numero insufficiente di dati per una
comparazione sul suo comportamento in caso di deriva; nella fase iniziale di
gestazione ho visto parecchi problemi di funzionamento ma non so come sia
evoluta la situazione al momento. Hanno il vantaggio, al pari dell’evoluzione
dei Garmin Vector e degli imminenti Favero Assioma di poter essere installati
senza alcuna procedura particolare.
POWER2MAX
Il prodotto dalla sua primissima introduzione
ha avuto un notevole miglioramento tanto che la prima versione (ne avevo 2)
permetteva un’opzionale (ma consigliato!) richiamo in casa madre e aggiornamento
firmware per poter inserire un adeguato miglioramento nelle compensazioni
temperature. Nei primi utilizzi ho notato anche sui miei dati notevoli derive
soprattutto su salite particolarmente lunghe (no compensazione dinamica sommata
a decremento temperature esterne). I più recenti prodotti di questa casa non
sembrano avere problemi su questo fronte vista l’introduzione di una
compensazione automatica, limiti forse solo sull’aspetto “peso” e facilità di
accesso alla sostituzione batteria (le prime versioni invece avevano una certa
fragilità nel vano batteria).
GARMIN VECTOR
Notevole la differenza nel comportamento tra
prima e post upgrade che oltre a facilitarne notevolmente l’installazione
(tenere fermo il pod cercando la corretta coppia di serraggio ha creato qualche
disagio) ha ridotto, non sempre annullato, la tendenza a sovra o sotto stime
prive il più delle volte di derive ma sempre costanti. Critico in tal senso è
lo zeroing che richiede un po’ di attenzione così come le giuste coppie di serraggio. Le coppie di serraggio sono sempre critiche sia per i PM "a pedali" che nella viti guarnitura per i PM "a guarnitura". A
voler essere critici l’introduzione di metrics aggiuntivi…crea spesso solo più
confusione che reale beneficio considerando che per la maggior parte di questi
non c’è un database o comunque una casistica solida in grado di generare
riferimenti realmente utili al loro utilizzo. E’ un po’ il caso del “more is
less”. In questi giorni Garmin ha annunciato un nuovo e ridisegnato Vector 3 con un
sistema apparentemente privo di pod (quindi similare a Powertap e Favero
Assioma).
FAVERO BEPRO
Non ho mai osservato particolari problemi di
deriva del dato registrato a patto che l’installazione sia secondo i precisi e
dettagliati canoni richiesti da questo prodotto. Il che ha messo in crisi
alcuni utilizzatori. Come osservato nella recensione di 2 anni fa, al lancio di
questo prodotto, era presente una certa tendenza costante a sovrastima
(nell’ordine del 3-5%). Ho osservato questo andamento anche nella maggior parte
di altri BePro in sede di analisi file allenamento/gare.
POLAR/ROTOR/LOOK, 4iiii/POWERTAP (guarnitura)
Non ho una mole di dati attendibile per un
commento specifico.
QUARQ (in generale)
Tendenzialmente con un buon comportamento su tutti i fronti e cambi temperatura/quota, iniziali problemi di affidabilità nelle versioni più “anziane”.
Tendenzialmente con un buon comportamento su tutti i fronti e cambi temperatura/quota, iniziali problemi di affidabilità nelle versioni più “anziane”.
STAGES V2 (V1 con difetto strutturale vano batteria, provvedono a necessaria sostituzione)
Con tutti i limiti di una misurazione mono è potenzialmente uno dei misuratori più efficaci in caso di compensazione temperature poiché dotato di compensazione automatica. Questo implica che non debbano avvenire particolari situazioni in modalità manuale (per altri misuratori: x secondi a 0 rpm, x numero di pedalate all’indietro) per avere un calibrazione “in movimento”. Il rovescio della medaglia di una modalità simile è il non controllo da parte dell’atleta/utente su questa procedura e quindi accettarne implicitamente il suo funzionamento; applicare zeroing “di sicurezza” sia ad inizio allenamento che in fasi particolari/considerate importanti in cui la priorità è ovviamente sulla precisione del dato rimane consigliato.
Con tutti i limiti di una misurazione mono è potenzialmente uno dei misuratori più efficaci in caso di compensazione temperature poiché dotato di compensazione automatica. Questo implica che non debbano avvenire particolari situazioni in modalità manuale (per altri misuratori: x secondi a 0 rpm, x numero di pedalate all’indietro) per avere un calibrazione “in movimento”. Il rovescio della medaglia di una modalità simile è il non controllo da parte dell’atleta/utente su questa procedura e quindi accettarne implicitamente il suo funzionamento; applicare zeroing “di sicurezza” sia ad inizio allenamento che in fasi particolari/considerate importanti in cui la priorità è ovviamente sulla precisione del dato rimane consigliato.
PIONEER
In realtà pochi “casi” ma in generale appare
un buon prodotto, rimane l’anomalia, con pro e contro, di una misurazione
cadenza “analogica” ossia con la necessità di installare magneti e sensori
esterni. Da un lato è un piccolo inconveniente pratico (e se si perde l’allineamento
sensori magneti il dato non può ovviamente essere calcolato), dall’altro evita
i problemi in caso di vibrazioni (buche, asfalto sconnesso, pavé) che si possono
verificare con gli accelerometri. In genere abbastanza preciso ed accurato, se vi sono errori di registrazione spesso appaiono molto evidenti.
SRM
Per anni considerato il “golden standard” del settore non è privo di criticità anche e soprattutto nella (necessaria) evoluzione a prodotto wireless. E’ abbastanza noto come questo misuratore abbia per esempio problemi di interferenza con particolari segnali di trasmissione RAI durante il Giro. Questo ovviamente non è un problema per un utilizzo “amatoriale”. In genere rispetto ad altri misuratori il dato risulta spesso più “normalizzato” e privo di picchi, ciò ovviamente può dipendere anche dall’associazione con specifico device oppure no. Non è esente da possibili derive in positivo o negativo con variazione temperatura.
Per anni considerato il “golden standard” del settore non è privo di criticità anche e soprattutto nella (necessaria) evoluzione a prodotto wireless. E’ abbastanza noto come questo misuratore abbia per esempio problemi di interferenza con particolari segnali di trasmissione RAI durante il Giro. Questo ovviamente non è un problema per un utilizzo “amatoriale”. In genere rispetto ad altri misuratori il dato risulta spesso più “normalizzato” e privo di picchi, ciò ovviamente può dipendere anche dall’associazione con specifico device oppure no. Non è esente da possibili derive in positivo o negativo con variazione temperatura.